Riuscire in Borsa

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Analisi tecnica: l’analisi tecnica propriamente detta consiste nello studio dei prezzi dei mercati finanziari tramite metodi grafici.

Possiamo datare la nascita dell’analisi tecnica con la nascita stessa della Borsa. Si dice che i primi grafici di Borsa risalvano al 1700 e furono creati per seguire l’andamento delle borse a termine del riso in Giappone. Nel mondo occidentale risalgono al trading sempre a termine sul grano a metà del 1800 nella Borsa di Chicago. A dire il vero già i prezzi delle materie prime venivano riportati sulle tavolette di terracotta in Mesopotamia migliaia di anni fa ma forse questo sarebbe allungare troppo il brodo.

Quando si parla di analisi tecnica ci si riferisce ai grafici di Borsa, ai volumi e a indicatori derivati dai prezzi stessi (di solito medie mobili variamente articolate e combinate).

E’ curioso pensare come con diversi accorgimenti algebrici già alla fine del 1800 i trader potessero calcolare agevolmente le medie mobili di prezzi e volumi.

Con l’arrivo del computer e della sua potenza di calcolo l’analisi tecnica ha assunto una connotazione diversa sposandosi con la statistica e dando vita a quella che oggi si chiama “analisi tecnica moderna”, o che almeno io definisco così in contrapposizione all’analisi tecnica “classica”.

Come ho già fatto intuire, quindi, l’analisi che utilizzo quando studio mercati e prezzi non è l’analisi tecnica classica utilizzata da un trader discrezionale per cercare di confermare in ogni modo la sua idea sulla posizione, ma questa nuova tipologia di analisi che può definirsi oggettiva, a contrario della precedente.

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Corso analisi tecnica

Analisi tecnica

L’analisi tecnica classica, non essendo testabile, è viziata da alcuni errori causati dal pregiudizio del trader – per chi sa di cosa sto parlando, i cosiddetti “bias cognitivi”.

Pensa, per fare un esempio che possano capire tutti facilmente, alle illusioni ottiche. Le illusioni ottiche sono errori percettivi che persistono anche dopo aver capito che sono tali.

L’analisi tecnica viene utilizzata sostanzialmente con due approcci ai mercati:

Quando si guarda il grafico di un’azione, una materia prima o un qualsiasi indice la prima cosa che salta all’occhio è la direzione del prezzo: se cresce in modo deciso o viceversa diminuisce oppure se rimane costante in un intervallo per tanto tempo. Per investire con successo, infatti, è fondamentale capire che tipologia di mercato si ha davanti e se è il caso di utilizzare una strategia trend following oppure una mean reverting. La grande confusione nella mente dell’investitore avviene però ancor prima che si inizi a spigare la differenza tra i due tipi di mercato perché la prima domanda che sorge è proprio questa. E la risposta è disarmante: non esiste un indicatore che possa con certezza rispondervi se un mercato è direzionale o non direzionale o se è direzionale quando smetterà di esserlo e viceversa. Per fortuna ci sono mercati che sono tradizionalmente non direzionali (le azioni utilities o assicurative ad esempio o certi tipi di tassi di cambio o il VIX) e ci sono mercati (ad esempio il Nasdaq piuttosto che certe commodities) che sono tipicamente direzionali.

Non è possibile prevedere i cambiamenti di stato dei mercati ovvero dalla direzionalità alla non direzionalità e viceversa anche se è possibile dopo qualche operazione in perdita adattarsi al nuovo respiro del mercato stesso. Ma andiamo con ordine.

  • Metodologia Trend Following

Il movimento dei prezzi definisce le cosiddette fasi di mercato che possono essere rialziste, ribassiste oppure di congestione. Se il prezzo sale o scende in modo evidente il mercato si chiama direzionale, in quanto appunto segue una delle due direzioni senza alcuna esitazione, altrimenti è laterale e i prezzi tendono a rimanere in un intervallo formato da due linee orizzontali, un supporto e una resistenza, e ad oscillare tra queste due linee orizzontali.

Ma che cosa identifica una tendenza? Diciamo che il metodo più semplice e più efficace per identificare una tendenza è quello dei due massimi e due minimi crescenti (direzione al rialzo) o decrescenti (direzione al ribasso). Se i massimi e i minimi sono allineati allora siamo in una situazione di non direzionalità ovvero di congestione.

Spiegata così sembra l’uovo di Colombo in realtà si tratta di un metodo che io ho identificato per spiegare in maniera non solo teorica ma anche operativamente valida la direzione del mercato. Questo approccio, che io ho chiamato delle “2 V”, è nato dall’esigenza di spiegare a 150 studenti in poche ore come fare analisi tecnica senza dover spiegare partendo da Adamo ed Eva tutta la vulgata delle regole di Dow, delle trendline, dei pattern di analisi tecnica classica e degli indicatori. Dopo diversi lustri di lezione mi sono reso conto che la regola delle “2 V” rimane un potente strumento non solo divulgativo ma anche operativo.

Non di rado incontro studenti o discenti del mio corso www.riuscireinborsa.it che continuano ad analizzare i mercati con questo semplicissimo ed efficacissimo metodo.

A proposito, se desideri saperne di più sul modulo di Analisi Tecnica del corso RiuscireInBorsa.it ti invito a dare un’occhiata a questo link: https://www.riuscireinborsa.it/courses/corso-analisi-tecnica/

Anzi, per dare da subito una idea della potenza del metodo possiamo asserire senza tema di essere smentiti che con il metodo delle 2 V possiamo tranquillamente riassumere in poche righe tutto il corpus di pattern e modelli grafici che l’analisi tecnica “classica” ha prodotto in quasi 2 secoli di vita. In altri termini quelli che sono i pattern classici dell’analisi tecnica di cui tutti prima o poi abbiamo sentito parlare, quali testa e spalla, triangoli, cunei e pennoni e compagnia cantando, possono essere inclusi e riassunti in poche parole all’interno del metodo delle 2 V.

Ma andiamo con ordine e partiamo con alcuni esempi concreti del metodo delle 2 V. Ecco qui riportati due esempi, uno di tendenza rialzista e uno di tendenza laterale per chiarire di cosa stiamo parlando anche a livello visivo.

Il primo grafico rappresenta il valore dell’FTSEMIB a cavallo tra il 2020 e il 2021, più precisamente da dicembre a giugno, ed è evidente la presenza di un trend rialzista. Il secondo, invece, rappresenta il prezzo di TELECOM ITALIA da Ottobre 2018 a Dicembre 2020 e possiamo vedere che i massimi e i minimi rimangono all’incirca allineati formando così due linee orizzontali dette di supporto (quella inferiore) e di resistenza (quella superiore).

 

 

Fase di congestione

Le fasi direzionali e laterali solitamente si alternano, ma una fase può durare anche svariati anni. Basti pensare che il Ftse All Share dal 2008 al 2021 è rimasto imbrigliato in un estenuante movimento laterale. Si narra nella vulgata sull’analisi tecnica classica che i mercati, infatti, trascorrano quasi il 70% del tempo in fase congestionale e solo nel 30% del tempo godano di improvvisi rialzi o ribassi di una certa consistenza. Non sappiamo se questo sia vero oppure no certamente le percentuali sopra menzionate variano da strumento a strumento e da mercato a mercato. Ci sono mercati che non conoscono fasi di congestione per l’elevata volatilità dello strumento stesso mentre ci sono mercati che sono nati in congestione e molto probabilmente moriranno in congestione.

In questi casi lo scopo del trader consiste nel guadagnare quando avviene un’inversione di tendenza e come sempre di farlo seguendo un metodo, delle regole fisse che gli permettano di poter essere replicato da chiunque.

Possiamo individuare quattro tipi di inversioni:

  1. Tendenza Rialzista à Tendenza Ribassista
  2. Tendenza Ribassista à Tendenza Rialzista
  3. Congestione à Tendenza Rialzista
  4. Congestione à Tendenza Ribassista
  5. Tendenza Rialzista à Congestione
  6. Tendenza Ribassista à Congestione
  • Metodologia Mean Reverting

Compra quando scende!

Sembra strano eh? In realtà non poi così tanto: giochiamo, anzi scommettiamo dei soldi, a “Testa o Croce” con una moneta non truccata. E’ uscita testa 20 volte di fila e ora tocca a te indovinare la prossima figura. Se alle scuole superiori non ci hanno raccontato solo cazzate (scrivila meglio te va) il prossimo lancio – come tutti quelli precedenti – avrà 50% di probabilità di essere testa e 50% di essere croce, che si traduce per te in 50% di probabilità di vincere e 50% di perdere. Tuttavia, se hai studiato bene durante il quinto anno, dovresti anche ricordarti che su un grande numero di lanci è presumibile aspettarsi metà volte testa e metà volte croce perché ognuno dei due valori tenderà alla sua media (50%).

Attenzione…non sto dicendo che giocare a Testa o Croce e investire in Borsa siano la stessa cosa, ma solo che con alcuni mercati qualche similitudine possiamo trovarla. Sto parlando dei mercati mean reverting: mercati in cui il prezzo di un’azione tende a tornare sempre al suo valore medio, proprio come testa e croce nel gioco.

Questo è il significato di “compra quando scende”: dopo venti teste scommetti croce, agisci nell’ottica che i valori torneranno alla loro condizione “normale” invece che allontanarsene.

Il metodo mean reverting come dice la definizione stessa prevede che vi sia una media dei prezzi e quando i prezzi si allontanano molto dalla media stessa ecco che si presume che ritornino verso la condizione “normale”.

 

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