La selezione delle obbligazioni: prima, durante e dopo il QE

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Ha ancora senso parlare di selezione delle obbligazioni quando nell’arco dell’ultimo decennio il mercato obbligazionario ha subito profonde modificazioni, alcune delle quali in parte attese, altre invece del tutto inimmaginabili solo qualche anno fa?

Dalla crisi del 2008, che ha fatto “scoprire” il mercato dei bond e l’arte della selezione delle obbligazioni a molti aspiranti traders, al triennio 2015-2018 siamo passati da un mercato vivace con molte opportunità ad un mercato mortificato dall’appiattimento dei rendimenti che ha reso difficilissimo – se non proprio impossibile – trovare interesse e vere opportunità sul reddito fisso.

Il QE ha di fatto ridotto ai mini termini le potenzialità di modelli di pricing e selezione delle obbligazioni dalla comprovata efficacia, poiché ha distorto in modo artificioso le normali dinamiche che governano il mercato obbligazionario e cioè il rischio tasso e il Crediti Risk in primis.

Tuttavia, nonostante le condizioni decisamente avverse ai modelli di selezione delle obbligazioni, qualche perla la si è scovata lo stesso ed ora, con l’avvio a fine anno di una politica monetaria neutra (fine del QE) ed in prospettiva di una politica monetaria lievemente restrittiva, il mercato tornerà ad una sorta di normalità, permettendo molto probabilmente ai modelli di pricing e selezione delle obbligazioni di tornare ad esprimere la loro vera potenza.

Ciò che ci aspettiamo, in sostanza, è che con il dopo QE il mercato del reddito fisso torni a regalare soddisfazioni a chi sa scegliere cosa mettere in portafoglio, creando quindi le opportunità di cercare l’extrarendimento di un portafoglio obbligazionario. Una buona selezione delle obbligazioni è ciò che da sempre regge la rubrica “Rischio Contenuto” di LombardReport.com, che propone un portafoglio modello dedicato ai risparmiatori che hanno compreso che i bond sono parte fondamentale di un asset equilibrato.

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